E’ un vescovo arabo che proviene dalla chiesa madre di Gesrusalemme ( la chiesa di Agostino, Monica, Ottato di Mila, Massimiliano di Tebessa ecc. arricchita recentemente dal martirio di Charles de Foucauld, dei monaci di Tibhirine e dei padri bianchi di Tizi-Ouzou).
Con la sua nomina si stabilisce un legame più stretto con tutte le chiese della regione araba che dal mediterraneo si estende fino al Golfo.
La composizione della comunità cristiana in questo paese si è profondamente modificata negli ultimi venti anni. Attualmente nelle quattro diocesi di Algeria si contano in tutto circa 4.000 cristiani (1.500 ad Algeri, 400 ad Orano, 300 a Costantina, 2000 a Laghouat). Sono cristiani che vengono, per motivi di lavoro o di studio, dal Marocco, dai paesi sub-sahariani, dall’Egitto, dal Libano.
Lo stato algerino ( che ha approntato una nuova legge restrittiva e messo in atto una serie di interventi di controllo e di repressione) permette alla chiesa di esistere con l’impegno di non fare proselitismo.
Il nuovo vescovo (come già il suo predecessore mons. Teissier) si troverà di fronte al difficile compito di lealtà verso lo Stato e insieme di difesa e di rivendicazione dei diritti acquisiti dalle ‘chiese riconosciute’ , ora più esposte a rischio per gli interventi a volte indiscriminati che si registrano nel corso della attuale campagna anti-proselitismo.
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