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Vangelo del giorno
Sabato 23 Novembre 2024

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.

(Lc. 20,27-40) 

Bibbia – CEI 2008
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Per citazione
(es. Mt 28,1-20):
Per parola:

p mort Il 10 ottobre, da sette anni, è la giornata mondiale contro la pena di morte, considerata la maggiore delle violazioni dei diritti umani.    E sono proprio di questi giorni le ultime condanne a morte in Iran ( dove tra i giustiziati vi sono anche minorenni ).   Sono ben ben 51 i Paesi del mondo dove le esecuzioni capitali sono ancora legge.

In questi ultimi 10 anni la pena di morte è diminuita, ma la sua scomparsa è ancora lontana.

 

Secondo Nessuno tocchi Caino, sono state eseguite almeno 5.628 condanne a morte.

In testa a questa ben poco onorevole graduatoria vi è la Cina, con 5.000 esecuzioni «ufficiali», l’89% del totale nel mondo, dato che le condanne a morte non sono catalogate alla voce diritti dell’individuo ma come «segreto di Stato».

 Subito dopo la Cina, c’è l’Iran, con 215 esecuzioni, il Pakistan, con 82; l’Iraq, almeno 65; il Sudan, almeno 65; gli Stati Uniti, 53; l’Arabia Saudita, 39; lo Yemen, 30; il Vietnam, con almeno 14; il Kuwait, con almeno 11; la Somalia, con almeno 7, Singapore, con almeno 5; l’ Egitto, la Giordania, il Bangladesh, il Giappone e la Malaysia, con almeno 4 esecuzioni, la Corea del Nord, il Bahrein, la Bielorussia, l’Indonesia, la Mongolia,con 3; la Siria e l’ Uganda, con 2; il Botswana, con 1; gli Emirati Arabi Uniti e la Guinea Equatoriale, con 1.

   La tragedia più grave che ci possa capitare è il disinteresse.

     Un uomo che muore per mano dello stato, anche se fosse il peggiore degli uomini, è un attentato all’Amore che è vita che ha sconfitto per sempre la morte.

 

Salmodia contro la pena di morte

( David Maria Turoldo )

Fede e ragione ci salvino
da questo imperioso
furore di morte;

ragione da sola non vale
a liberarti da paure che incombono,
dal rischio di lasciarsi sedurre
da ferocie ancora piú grandi:

mentre i condannati sperano
che i plotoni non sparino e i torturati
in grumi neri
inutilmente urlano!…

E fede esige che l’ossequio
sia sempre razionale
onde salvarci dal male
giallo del fanatismo:

fede, dolce amica e compagna
lungo il sempre piú aspro
cammino della libertà.

Ogni morte inflitta e violenta
è offesa all’amore che ha in sé la Vita
negazione di senso del Valore.

Qualcuno non vuole ragionare:
vendetta umilia giustizia
già per se stesso il crimine è pena!

Sia dunque la pena
che per diritto si aggiunge, una cura
che salvi insieme assassino e città.

Mai Leggi e Politiche hanno
sconfitto il crimine e la morte
con le loro morti
organizzate e violente:

Morte e Torture e Violenza
nere divinità del disumano!

È stata la Vita crocefissa
– se credete, uomini, –
la sola a rompere il cerchio
che ci assedia,
a uccidere la stessa morte.

D’allora piú non vi salva
nemmeno il “non uccidere”,
d’allora nessuno ha il diritto di uccidere
per nessuna ragione

Nessun presidente o re,
nessun papa o capo d’esercito:
e tutti i soldati non sparino piú!

Per nessuna idea io posso uccidere,
per nessuna fede, per nessuna politica.

Io posso essere ucciso
ma non posso uccidermi.

E nessuno piú giudichi nessuno:
la coscienza è un abisso
alla stessa coscienza.

Nessuno uccida la speranza
neppure del piú feroce assassino
perché ogni uomo
è una infinita possibilità.

Abbiamo perfino inventato
il plotone d’esecuzione
per lasciarti l’illusione che non sia
stato il tuo fucile a uccidere:

tutte liturgie di una morte
che ormai ci domina e assedia,
morte che devasta perfino
la faccia dei fanciulli:

pena di morte, ultimo atto
di un culto alla morte
della stessa ragione e di ogni fede.

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