E’ morto all’età di 93 anni Hans Küng, uno dei più grandi teologi e interpreti del Vaticano II, considerato l’eterno rivale del teologo Joseph Ratzinger, al quale prima del Concilio contendeva gli studenti che a Tubinga accorrevano a frotte alle sue lezioni disertando quelle del futuro Benedetto XVI, che anche per questo motivo preferì trasferirsi alla meno prestigiosa università di Ratisbona, dove il ’68 era arrivato con minore forza.
I due si conoscevano personalmente dal 1957, e Ratzinger, ricorda oggi Avvenire, pubblicò una recensione alla tesi di dottorato di Küng. Secondo quanto scrive lo stesso Benedetto XVI nel libro autobiografico La mia vita, il futuro Pontefice non ne condivideva molte delle affermazioni ma nonostante ciò ebbe con lui un buon rapporto.
Anche se Küng era notoriamente il contestatore del dogma sull’infallibilità del Papa.
Una posizione resa nota presso il grande pubblico nel 1970 quando uscì il saggio “Infallibile? Una domanda”, saggio provocatorio sin dal titolo e il cui contenuto gli valse un richiamo formale della Congregazione per la dottrina della fede e nel 1979 il ritiro del titolo di «teologo cattolico», necessario in Germania per insegnare nelle facoltà di teologia delle università pubbliche.
Hans Küng ripiegò sull’insegnamento della Teologia Ecumenica, come avvenne qualche anno dopo per l’altro grande epurato, il francescano Leonardo Boff, che in Brasile rappresenta oggi un punto di riferimento per la teologia della liberazione ma anche per l’intera sinistra e il movimento ecologista (tanto che si riconosce la sua matrice in diversi documenti dell’attuale Pontificato).
A prendere la drastica decisione di privare Hans Küng (e Boff) del titolo di teologo cattolico fu Giovanni Paolo II che non seppe mai perdonare l’affronto di un documento di contestazione pubblica firmato da Hans Küng con 70 altri docenti di teologia. Il grande teologo, a sua volta, non seppe perdonare il Papa polacco e tentò a suo modo di opporsi alla sua canonizzazione con memoriali giurati depositati alla Congregazione per le cause dei santi.
Grazie ai buoni uffici del cardinale Angelo Sodano, che era stato compagno di studi del teologo svizzero privato del mandato canonico, quando l’ex rivale Ratzinger divenne Papa, si tentò un riavvicinamento, riuscito solo in parte: vi fu un’udienza e un pranzo, ma la cosa finì lì.
Successivamente, dopo le dimissioni di Ratzinger, Hans Küng ha ricevuto nel 2016 una lettera da Papa Francesco che rispondeva alla richiesta di “una libera discussione sul controverso dogma dell’infallibilità”, un “appello urgente a Papa Francesco per consentire una discussione aperta e imparziale sulla infallibilità del papa e dei vescovi”. L’appello è stato diffuso contemporaneamente in più lingue e in tante pubblicazioni.
Nella sua lettera “Francesco non ha fissato alcuna restrizione” alla discussione. E Küng si è sentito inoltre molto incoraggiato sulla possibilità reale di avviare un dialogo dalla Esortazione Apostolica, Amoris Laetitia.
“Io non prevedevo questa nuova libertà che Francesco ha aperto nella sua esortazione post-sinodale”, ha confidato il teologo sottolineando in particolare l’affermazione di Bergoglio sul fatto che “non tutte le questioni dottrinali, morali o pastorali devono essere risolti dagli interventi del magistero”. Secondo Küng “questo è il nuovo spirito che ho sempre atteso dal magistero” e rende possibile una discussione sull’infallibilità”.
Di seguito il testo della dichiarazione sulla lettera del papa che Küng ha rilasciato ai media :
Il 9 marzo ho diffuso un Appello a Papa Francesco perché desse spazio ad una libera discussione, senza pregiudizi e del tutto aperta, sul problema dell’infallibilità. Essa è stata pubblicata sulle principali riviste di diversi paesi. Sono stato felice di ricevere una risposta personale da Francesco subito dopo Pasqua. E’ del 20 marzo e mi è stata trasmessa dalla nunziatura del Vaticano a Berlino.
Della risposta del Papa, i seguenti punti sono importanti per me:
• Il fatto che Francesco ha risposto e non ha lasciato, per così dire, cadere nel vuoto il mio testo;
• Il fatto che egli stesso ha risposto e non tramite il suo segretario privato o il segretario di Stato;
• Mi ha risposto in maniera fraterna, in lingua spagnola, rivolgendosi a me come Lieber Mitbruder ( “Caro Fratello”) in tedesco e queste parole personali sono in corsivo;
•Con evidenza egli ha letto molto attentamente l’Appello, a cui avevo aggiunto una traduzione spagnola;
• Che è altamente apprezzato delle considerazioni che mi aveva portato a scrivere Volume 5 delle mie opere complete, in cui vi suggerisco di vista teologico che parlano le diverse problematiche che il dogma dell’infallibilità solleva alla luce della Sacra Scrittura e la tradizione con l’obiettivo di approfondire il un dialogo costruttivo tra la chiesa “semper reformanda” del 21 ° secolo e le altre chiese cristiane e nella società postmoderna.
Francesco non ha fissato alcun limite alla discussione. Egli ha così risposto alla mia richiesta di dare spazio a una libera discussione sul dogma dell’infallibilità. Penso che sia ora indispensabile utilizzare questa nuova libertà per portare avanti la riflessione sulle definizioni dogmatiche, che sono motivo di polemica all’interno della Chiesa cattolica e nel suo rapporto con le altre chiese cristiane.
Non prevedevo tutto questa nuova libertà che Francesco ha aperto nella sua esortazione post-sinodale, Amoris Laetitia. Già nell’introduzione, egli dichiara: “Non tutte le discussioni di questioni dottrinali, morali o pastorali devono essere risolte dagli interventi del magistero”.
Egli denuncia “la morale burocratica e fredda” e non vuole che i vescovi si comportino come se fossero gli “arbitri della grazia”. Egli dice che l’Eucaristia non è un premio per le persone perfette ma è un “nutrimento per i deboli.”
Egli cita ripetutamente dichiarazioni fatte al Sinodo dei vescovi o dalle conferenze episcopali nazionali. Francesco non vuole più essere l’unico portavoce della chiesa.
Questo è il nuovo spirito che ho sempre atteso dal magistero. Sono pienamente convinto che in questo nuovo spirito aperto a una discussione libera, imparziale del dogma dell’infallibilità, questo problema chiave per il futuro della Chiesa potrà essere discusso al meglio.
Sono profondamente grato a Francesco per questa nuova libertà e ed unisco il mio grazie di cuore all’aspettativa che i vescovi e i teologi sappiano senza riserve adottare questo nuovo spirito e unirsi nel ringraziamento partecipando a questo compito in accordo con le Scritture e con la grande tradizione della Chiesa.
Tra le battaglie di Küng, l’ammissione delle donne e dei laici a ogni ministero e alcune aperture nel campo della bioetica (si veda Della dignità del morire, Rizzoli, e poi La dignità della morte. Tesi sull’eutanasia, Datanews). Nel 1993 aveva creato la Fondazione Weltethos (Etica mondiale) per incentivare il dialogo interreligioso. Teologo e intellettuale, Küng si era anche interessato a studiare il rapporto tra religione e scienza. Tra i suoi libri L’inizio di tutte le cose (Rizzoli), sullo sviluppo della scienza moderna a partire da Copernico e Galileo Galilei. Nel saggio Küng negava l’esistenza reale di Adamo ed Eva e dell’episodio del peccato originale, stimolando nuovamente un accesso dibattito. Coraggioso nel descrivere luci e ombre della Chiesa, aveva recentemente firmato un libro insieme a Paul Ricoeur per indagare in modo problematico il perché della violenza nelle religioni: Il lato oscuro della fede (Medusa).
Sostenitore del pluralismo religioso, Küng è stato membro del Council for a Parliament of the World’s Religions. Agli altri monoteismi aveva dedicato il volume Ebraismo, Cristianesimo e Islam. Sulle sue posizioni era tornato nel libro Di fronte al Papa (Rizzoli), per raccontare la sua vita nella Chiesa da Pio XII a papa Francesco. Küng si era ritirato dalla vita pubblica nel 2013 per ragioni di salute.
Di seguito l’intervista del Giugno 2010 a ” CHE TEMPO CHE FA” da Fabio Fazio.
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