Non poteva passare inosservato che con Motu proprio “Spiritus Domini” Papa Francesco ha stabilito che i ministeri del Lettorato e dell’Accolitato siano d’ora in poi aperti anche alle donne (lettura durante le liturgie e servizio all’altare), in forma stabile e istituzionalizzata con un apposito mandato del vescovo.
Le donne potranno dunque leggere la Parola di Dio e dispensare l’eucaristia durante una celebrazione liturgica.
La decisione rende stabile e ufficiale una possibilità già autorizzata dai vescovi di tante parti del mondo, ma in modo occasionale, senza un mandato istituzionale vero e proprio, in deroga a quanto stabilito da San Paolo VI, che nel 1972 aveva deciso di mantenere riservato l’accesso ai ministeri del “lettorato” e dell'”accolitato”, considerati propedeutici a un’eventuale accesso all’ordine sacro, alle sole persone di sesso maschile.
Papa Francesco, sulla scia del Concilio vaticano II e degli ultimi sinodi dei vescovi, in particolare quello per Amazzonia, ha voluto ufficializzare questa possibilità.
L’accesso delle donne ai ministeri è uno dei temi che sta affrontando il Sinodo della Chiesa Tedesca che si è aperto a Gennaio del 2020 e che, secondo il calendario originario, si sarebbe dovuto concludere nell´ottobre del 2021, ma la riprogrammazione degli incontri ne ha differito la fine, almeno secondo le attuali previsioni, a febbraio 2022.
I temi principali in discussione sono:
- Il modo in cui il potere si esercita nella Chiesa;
- moralità sessuale;
- il sacerdozio;
- il ruolo delle donne nei ministeri e negli uffici nella Chiesa.
Uno dei temi più delicati è l’accesso delle donne ai ministeri ordinati.
Anche in vaticano il tema non è chiuso ma aperto tanto che Papa Francesco , dopo il Sinodo per l’Amazzonia ha istituito una nuova commissione di studio sul diaconato femminile, “per continuare a studiare” e “vedere come esisteva nella Chiesa primitiva il diaconato permanente”.
Queste le sue considerazioni «La Chiesa si sviluppa nel cammino nella fedeltà alla Rivelazione. Noi non possiamo cambiare la Rivelazione. È vero che la Rivelazione si sviluppa … Si sviluppa con il tempo. E noi con il tempo capiamo meglio, meglio, la fede. Il modo di capire oggi la fede, dopo il Vaticano II, è diverso dal modo di capire la fede prima del Vaticano II, perché?, perché c’è uno sviluppo della coscienza (…) Per questo, sul caso del diaconato, dobbiamo cercare cosa c’era all’inizio della Rivelazione, e se c’era qualcosa, farla crescere e che arrivi … Se non c’era qualcosa, se il Signore non ha voluto il ministero, il ministero sacramentale per le donne non va (…) Abbiamo bisogno di discernere. Non è tutto bianco o nero, neppure grigio. È tutto in cammino, tutto è in cammino, ma camminiamo sulla strada giusta, la strada della Rivelazione. Non possiamo camminare su un’altra strada ».
Istituendo questa nuova commissione ha chiamato a presiederla il cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo dell’Aquila, e il reverendo Denis Dupont-Fauville, officiale della Congregazione per la Dottrina della Fede, come segretario.
Gli altri dieci componenti sono cinque donne: Catherine Brown Tkacz (Ucraina), Dominic Cerrato (Usa), don Santiago del Cura Elena (Spagna), Caroline Farey (Gran Bretagna), Barbara Hallensleben (Svizzera), don Manfred Hauke (Svizzera), James Keating (Usa), monsignor Angelo Lameri (Italia), Rosalba Manes (Italia) e Anne-Marie Pelletier (Francia).
“Bisogna lavorare di più per fare una profonda teologia della donna. Solo compiendo questo passaggio si potrà riflettere meglio sulla funzione della donna all’interno della Chiesa” ( Papa Francesco)
“Prima del 3°/4° secolo le comunità vivevano la loro fede in Gesù Cristo in maniera laica perchè laico era Gesù e da laico visse. Purtroppo il clericalismo ha annullato la laicità della chiesa antica ed ha sacralizzato la prassi di fede delle comunità. Secondo me questo è il punto. Se non riusciamo ad attualizzare la laicità evangelica delle origini, noi saremo sempre pesantemente condizionati dalla frattura clero/laicato. Cosa voglio dire? Voglio dire che la riforma della chiesa passa dalla sua declericalizzazione, ovvero dalla riconquista della sua laicità. In questo ambito le donne sono chiamate ad una importante testimonianza, perchè non devono puntare ad una loro clericalizzazione (l’ammissione nell’ordine sacerdotale), bensì contribuire affinchè lo status clericale sia profondamente ripensato teologicamente e rinnovato nelle sue componenti pastorali e giuridiche.” ( Salvo Coco su Vino Nuovo )
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