Visite
Vangelo del giorno
Lunedì 15 Luglio 2024
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa.
Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me.
Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.
Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto.
Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».
Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.
(Mt 10,34-11,1)
Bibbia – CEI 2008
Cerca nella BIBBIA
Per citazione
(es. Mt 28,1-20):
Per parola:

Abbiamo letto l’articolo di Enzo Bianchi apparso oggi su Repubblica che vogliamo condividere, sottolineando queste considerazioni: Ma la virtualizzazione della liturgia

significa morte della liturgia che è sempre incontro di corpi e di realtà materiali.” e  “Pastori salariati meno disposti alla cura dei fedeli e dei loro bisogni spirituali rispetto a medici e infermieri del corpo?

Di seguito l’articolo.

La Repubblica – Altrimenti 16 marzo 2020
di ENZO BIANCHI

In questi ultimi giorni siamo testimoni dell’epidemia di coronavirus ma siamo anche travolti dall’epidemia della paura. E in questa condizione faticosa e buia sembra essere travolta anche la Chiesa.

Nessuna polemica da parte mia, nessuna certezza, ma molte domande. L’ho scritto fin dall’inizio di questa emergenza: siamo sicuri che la Chiesa, adottando contro il possibile contagio misure che impediscono liturgie, preghiere e funerali partecipati dalla comunità, sia solidale con chi soffre, ha paura e cerca consolazione?

Rincresce constatare come la Chiesa non sia capace di una parola umile, senza pretese, ma chiara. Abbiamo ricevuto disposizioni ecclesiastiche sull’emergenza, equiparate alla disciplina imposta dall’autorità politica, nelle quali non s’intravede la presenza di preoccupazioni pastorali e cristiane dettate dal Vangelo: compassione, urgenza della cura e della vicinanza ai malati e alle persone in condizione di fragilità, messaggio della speranza per chi è vittima di questa pestilenza. Ci si è limitati alla richiesta di sospendere le celebrazioni, offrire un’eucaristia celebrata in privato, interrompere la celebrazione dei funerali. Ma la virtualizzazione della liturgia significa morte della liturgia cristiana, che è sempre incontro di corpi e di realtà materiali.

Mi è dunque venuto spontaneo domandarmi: ma è veramente morto il prossimo? Anche noi cristiani non sappiamo più cosa è necessario alla nostra vita e cosa è superfluo? Poi finalmente papa Francesco ha detto alcune parole che sembrano aver risvegliato le coscienze: occorre tenere aperte le chiese, accompagnare i malati, andare a visitarli, far risplendere la speranza della vita dove la morte fa le sue incursioni, occorre che la Chiesa assuma la postura di Chiesa in preghiera.

E non ci si può certo consolare constatando che le preoccupazioni della società sono altre: gli eventi sportivi, l’aperitivo, la movida… Un cristiano avrebbe obiezioni da fare di fronte ai vari atteggiamenti che si manifestano in questa emergenza, soprattutto riguardo alla liturgia eucaristica, che deve sempre essere azione di tutta la comunità, senza surrogati che smentiscono la realtà umana del corpo di Cristo che è la comunità e la realtà sacramentale del corpo di Cristo nel pane e nel vino.

È vero che si può pregare in casa, nel segreto — come chiede anche Gesù —, ma senza eucaristia domenicale per i cristiani non è possibile vivere. Chi si ammala e va verso la morte ha bisogno dei sacramenti, della consolazione cristiana, di vivere la speranza della resurrezione con i fratelli e le sorelle, senza sentirsi abbandonato. Se la Chiesa non sa essere presente alla nascita e alla morte delle persone, come potrà mai esserlo nella loro vita? Pastori senza pecore e pecore senza pastori? Pastori salariati meno disposti alla cura dei fedeli e dei loro bisogni spirituali rispetto a medici e infermieri del corpo? Per grazia conosco preti che non abbandonano le pecore malate, anzi le vanno a cercare e a curare affinché vivano in pienezza.

[views]

 

 

Lascia un commento

Utenti in linea
Liturgia del giorno
Cliccando sulle icone link per visualizzare e accedere alla liturgia del giorno e alla liturgia delle ore.
Video new
Per vedere i filmati clik sull'icona di quello che scegli di vedere
Video Ros
www.ilconfronto.com www.ilconfronto.com www.ilconfronto.com www.ilconfronto.com www.ilconfronto.com www.ilconfronto.com www.ilconfronto.com www.ilconfronto.com www.ilconfronto.com www.ilconfronto.com www.ilconfronto.com www.ilconfronto.com www.ilconfronto.com www.ilconfronto.com www.ilconfronto.com www.ilconfronto.com YouTube
Le vignette di T&T
Cliccando sulla immagine link per visualizzare le vignette. Richiedi password per accedere

 


www.ilconfronto.com

Concili
nella storia
della Chiesa

Piccola
biblioteca
da "sfogliare"

Raccolta video
"Il Confronto"

I Migranti sono
Persone..
non questioni
migratorie

Riflessioni sui
Migranti:
ricordando
La storia
di Ruth

P. Sorge
La politica
di chiusura
Mostrerà
la propria
disumanità

Lettera al
Presidente
della Repubblca
delle clarisse
carmelitane

Il nuovo patto
delle Catacombe
Chiesa povera
per i poveri

Cardinale Zuppi
a "Che tempo che fa"

Papa Francesco
a "Che tempo che fa"