Ha celebrato la bellezza artistica che essa contiene e nella struttura stessa e nelle opere che “gelosamente” accoglie ( polittico, ciborio, affreschi, etc..)
Ma soprattutto ha testimoniato la dimensione di estrema apertura iniziata dal primo parroco Don Paolo Raimondi e continuata dall’attuale Don Angelo Calì.
Quest’ultimo ha manifestato con le lacrime l’amore alla comunità.
La commozione è stata grandissima in tutti quando ha invitato all’altare il giovane Castelbuonese Daniele Lo Cicero uscito dal coma, in cui era entrato dopo un brutto incidente, proclamando in lui la potenza del Signore che ha voluto meravigliare e stupire quanti,[ soprattutto giovani ] in nome di Daniele, spontaneamente, si erano ritrovati, fino a tarda notte, a pregare per lui, sperimentando nel “ miracolo” di Daniele la Potenza di Dio che compie prodigi per il suo popolo.
Il vescovo ha trasmesso a tutti la gioia nel constatare una comunità viva, attenta, consapevole di un cammino di conversione iniziato, ma non concluso con l’anno giubilare.
Ha richiamato tutti alla dignità di battezzati e solennemente ha confermato nella fede il cammino giubilare.
Don Angelo Calì, concludendo, ha , in nome della comunità tutta, assicurato al vescovo la piena comunione con lui.
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