“ Credo che l’insegnamento della religione nelle scuole così come concepito oggi non abbia più molto senso. Probabilmente quell’ora di religione andrebbe adattata, potrebbe diventare un corso di storia delle religioni o di etica”. Successivamente correggendo il tiro ha dichiarato “ Credo che il paese sia cambiato, nelle scuole ci sono studenti che vengono da culture, religioni e paesi diversi. Credo che si debba cambiare il modo di fare scuola, che debba essere più aperto … E’ necessaria “una revisione dei programmi” a partire dall’insegnamento della religione ma anche della geografia.”Radicali, Italia dei valori e studenti medi hanno plaudito all’iniziativa del ministro dell’Istruzione. I primi si dichiarano favorevoli “purché – spiega la senatrice Donatella Poretti – sia “chiaro che si deve passare dall’abolizione dell’esistente…. Oggi nelle scuole italiane non si insegna storia delle religioni, ma si fa catechismo coi soldi pubblici. E non basta rivedere i programmi perché quell’ora è anche gestita dalla chiesa cattolica“.“Rivedere l’ora di religione – commenta Pierfelice Zazzera (Idv), vicepresidente della Commissione Cultura della Camera – è giusto ma non sufficiente: bisogna procedere al taglio dei fondi stanziati per le scuole private e confessionali. …. Ci auguriamo che le dichiarazioni del Ministro sull’ora di religione non siano un’arma di distrazione di massa, mentre è in arrivo il concorso”. |
“Nei programmi attuali “certamente – ha spiegato Ravasi – ci sono contenuti fondanti. Non penso solo alla religione, ma anche alla scienza. Non si può, ad esempio, prescindere dalle grandi leggi della fisica, ma ci sono anche interpellanze nuove, come la bioetica. Oppure penso alla comunicazione, che oggi non funziona più con la carta e il pennino come nella mia infanzia. Lo stesso discorso vale per la religione”. |
Ma è compito della scuola porre correttamente il problema. L’insegnamento della religione, che riguarda appunto le questioni decisive, i fini ultimi della vita, aiuta la scuola a svolgere questo compito. L’aiuta entrando in dialogo con le altre materie di insegnamento, ma conservando una propria specificità, che non può essere confusa con gli scopi delle altre materie. […] Presentando il cattolicesimo nella scuola, la Chiesa aiuta gli alunni italiani a capire la cultura in cui vivono, perché, come dice anche il Concordato “i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano” (art. 9, par. 2)». |
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