Fede e Spiritualità
“E’ l’ora di una solidarietà lungimirante, di una concentrazione assoluta e senza distrazioni su alcune priorità: il lavoro per tutti, la lotta penetrante e inesorabile alla corruzione e al malaffare, la riforma dei meccanismi e degli strumenti della partecipazione democratica.
Occorre ripartire dalla stima per l’originaria vocazioni al bene, che ciascuno uomo, nella sua unicità irripetibile, rappresenta.“In nome di questa centralità intendiamo fare appello a tutte le coscienze, affinché la partecipazione al voto sia ampia, piena, consapevole, libera da occulti e fuorvianti condizionamenti soprattutto di natura criminale, affrancata da logiche clientelari o di mera tutela di rendita parassitaria o privilegi prevaricanti”. |
parametri di valutazione o ricette politiche da indicare, né piani strategici da proporre: non è questo il nostro compito.Ma il dovere di orientare, di richiamare e di denunciare siamo convinti di averli!”. |
E’ stato presentato in Regione il primo film mai realizzato su Giuseppe Dossetti (1913 – 1996), sacerdote e protagonista importante della storia italiana del ’900 .
Il documentario del titolo “Quanto resta della notte?” richiama una citazione del profeta Isaia che Dossetti utilizzò in un celebre discorso del 1994 per introdurre una riflessione religiosa e politica sull’Italia di quel periodo.
“Il documentario è stato prodotto dalla Lab Film ed è diretto da Lorenzo K. Stanzani. E’ stato presentato in anteprima nazionale a Bologna, in Piazza Maggiore, venerdì 27 luglio 2012 alle 21.30, nell’ambito dell’iniziativa “Sotto le stelle del cinema” a cura della Cineteca di Bologna.
“Quanto resta della notte?” sarà trasmesso il prossimo autunno nella trasmissione Rai “La storia siamo noi”. ( Click sull’icona accanto per aprire il trailer del film ) |
[ fonte l’Unità 29 Luglio 2012 ] |
Dossetti è una grande figura di italiano, ma il suo radicamento in Bologna, città e chiesa locale, ha prodotto una attenzione che è all’origine anche di libri e realtà come il film di Stanzani, prodotti ora anche da giovani che di fatto non hanno conosciuto Dossetti di persona, ma ne hanno incontrato il ricordo e lavorano per metterne a fuoco opera e figura, un po’ reagendo alle ambigue censure che, in settori della cultura politica e dell’opinione ecclesiale, preferiscono marginalizzarlo, avvertendo che attenzione e fedeltà a questo italiano, l’unico che è stato importante in due «eventi» come l’Assemblea costituente (1946-47) e il Concilio Vaticano II (1959-1965), e dopo anni vissuti in Terra Santa su una frontiera di confronti cruciali, ha giocato di nuovo un ruolo nazionale e pubblico nel fronteggiamento democratico ed etico che ha resistito nella stagione confusa, politica e culturale, del berlusconismo ora finalmene in definitivo declino.
Che si siano prodotti un film, serio e sobrio, come «Quanto resta della Notte?», e un libro breve ma preciso come quello scritto su Dossetti dal giovane sacerdote bolognese don Fabrizio Mandreoli, ora pubblicato dal Margine, piccolo ma coraggioso editore legato in qualche modo alla esperienza della «Rosa bianca» (largamente intervistato da Stanzani nel suo film), permettono di guardare alla vicenda di Dossetti come ad una pagina storica che chiede di servire nella nostra attualità non facile e sicuramente non così banale e volgare come può anche sembrarci, ma solo se guardiamo troppo in piccolo e in superficie. La «globalizzazione», che Dossetti ha percepito in anticipo, obbliga ormai tutti a riconoscere la piena unità del genere umano (e la forte influenza che ognuno esercita su ognuno); questo dato, terribilmente responsabilizzante, non opera solo nello spazio, ma coinvolge e lega i tempi storici, per cui poi tanti fattori interagiscono (sociali, giuridici, economici, tecnici, militari, non meno che i culturali), e con grande coerenza in Dossetti, si esprime un primato pratico della coscienza e della interiorità per intera la specie umana, schiacciata dai suoi ritardi più devastanti degli avanzamenti pur acquisiti… La costellazione dei valori che Dossetti ha saputo vedere necessari nelle tragedie delle guerre mondiali e nelle «unità» che esse hanno fatto intravvedere, per cui le maggiori e più penetranti istituzioni (Stati e Chiese), e il miglior metodo politico da consolidare, cioè democrazia e parità tendenziale di risorse e di formazioni personali, non possiamo trascurarle, senza pericoli gravi, ma certo anche con colpe gravi un po’ di tutti e alla lunga pagate da tutti: ma con quali enormi sperequazioni, seminatrici di odi e di impotenze. L’attualità della proposta dossettiana si affaccia nella energia morale e nella testimonianza di vita di questo italiano singolare, che è giusto e opportuno non dimenticare. Metterebbe conto di conoscerlo di più, interrogandosi con serietà sui fattori reali della sua formazione; non necessariamente per cercare di imitarla, ma per non trascurare o lasciar perdere troppo l’occasione di un confronto stimolante e certo significativo, lungo l’intero secolo che fu grande e terribile e che Dossetti ebbe il merito e la serietà di considerare come tale. |
E’ meraviglioso lo sforzo del “ credente “ che si “ lascia forare le orecchie” nell’ascolto della profondità appena percepibile dell’invocazione di chi si considera “ ateo alla ricerca “
Dio di bontà infinita.
Un’altra poesia che ci piace inserire in questo post è quella di Raissa, moglie del grande filosofo Jacques Maritain, ebrea, con intatto l’ amore per le sue radici anche dopo la conversione al cattolicesimo. Se noi gridiamo Abba ! Pater!
Non abbiamo perduto il Padre perché è venuto col suo Figlio a percorrere con noi la Miseria, a sperimentare e provare “ sulla sua pelle” l’umano terribile sentimento dell’ abbandono più totale per condividere fino in fondo la sofferenza dell’uomo e presentarla al Padre infinitamente innamorato di tutta l’umanità, sua creatura e presenza misteriosamente collaborante quando veniva creata. |
Tutti, dal Papa al più piccolo dei poveri siamo λαός, “popolo”, ovvero una moltitudine di persone alla sequela di Cristo; e quando, con “ varie argomentazioni “, ci si separa dalla sua parola risuoni forte l’invito «Vattene via da me, Satana! Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini». (Marco 8:33) … Rimettiti dietro e continua la sequela ….
L’invito, leggendo l’articolo, a interrogarsi, nella libertà più grande … nello stile di Francesco … “ in cosa sto sbagliando io per tutto quello che sta capitando alla mia chiesa ?? !! “ Questo il link dell’articolo: http://www.lettera43.it/attualita/23711/il-parroco–a-carico-nostro.htm |