Attualità
Per quanto riguarda noi, di Enzo il piccolo logo di questo blog in alto a sx.
Ricordo, era l’autunno del 1998, dovevamo preparare la locandina della riproposizione di un vecchio musical su Testi di Angelo Mazzola e musiche mie. Siamo stati fino a mezzanotte a rivisitare i vari brani .. e tutto sembrava difficile.
Poi l’indomani spuntò con quel cartoncino sul quale aveva sintetizzato il brano di Isaia 11
“ Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici.
Su di lui si poserà lo spirito del Signore …. Il lupo dimorerà insieme con l’agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un fanciullo li guiderà.
La vacca e l’orsa pascoleranno insieme; si sdraieranno insieme i loro piccoli. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. Il lattante si trastullerà sulla buca dell’aspide; il bambino metterà la mano nel covo di serpenti velenosi.” Brano a cui poi Angelo aveva aggiunto “ … e il bimbo giocherà con l’onorevole .. “
Enzo ne curò con entusiasmo la regia e scenografia
Ricordo ancora la grande disponibilità ad un successivo lavoro “ Passio Domini” dove per la prima volta abbiamo presentato uno dei brani più significativi della nostra produzione: la “Lauda” di Jacopone da Todi.
Anche per quell’occasione una sua locandina rappresentante la deposizione, che conservo con cura.
A dieci anni dalla morte in occasione di questa Retrospettiva non possiamo fare a meno di pregare con la stessa preghiera di dieci anni fa:
Per il nostro fratello Enzo Che con la sua arte semplice e prorompente d’Amore ha cantato , o Signore, le meraviglie della tua Creazione. Dio, Nostro Padre, lo accolga nella sua casa Mostri a lui il suo volto. Noi suo popolo santo e peccatore possiamo ogni giorno crescere nella contemplazione delle meraviglie delle Tue Opere Per il nostro fratello Enzo giullare silenzioso e gioioso di disponibilità, servizio e condivisione: Cristo nostro fratello lo accolga nella sua Casa. Noi suoi fratelli, che restiamo pellegrini, possiamo vivere la nostra vita comunitaria nella condivisione, nell’amore disinteressato, nella comprensione reciproca. Per il nostro fratello Enzo che ha cantato la vita. L’Amore, che fa del Padre e del Figlio un unico Dio lo renda partecipe della Comunione Divina. Noi suoi fratelli , piccolo resto d’Israele, possiamo prendere coscienza della nostra dignità regale, profetica e sacerdotale, che ci impegna a testimoniare l’unità e rimuovere lo scandalo della divisione. Il martirio della madre coreana è rimasta nel nascondimento per alcune settimane e solo ora viene alla luce, in tutta la sua drammaticità.
Terni, 25 luglio 2009
Carissimi amici della Federazione Biblica Cattolica, desidero condividere con tutti voi quanto è accaduto in Corea del Nord il 16 giugno e che purtroppo abbiamo appreso solo oggi, domenica 25 luglio.
La signora Ri Hyon-ok, di 33 anni, sposata e madre di tre figli è stata giustiziata dal regime con l’accusa di aver “distribuito Bibbie”.
Il marito e i tre figli, il giorno dopo l’esecuzione, sarebbero stati rinchiusi in un campo di detenzione vicino alla città di Hoeryong presso la frontiera con la Cina. Cari amici, questa donna oggi sta davanti a tutti noi come una “martire” dell’apostolato biblico. Lei è morta per donare la Bibbia.
E’ un esempio per noi che – come scrive la Lettera agli Ebrei – “non abbiamo resistito sino al sangue”(cfr Eb 12, 4).
Ho sentito il bisogno di comunicarvi questa testimonianza perché ci aiuta a riscoprire quella forza interiore che sola può sostenere il nostro lavoro.
Negli anni passati altri due cristiani sono stati uccisi perché distribuivano Sacre Scritture, uno in Turchia e l’altro a Gaza.
Certo, possiamo domandarci: quale minaccia rappresenta una Bibbia? Eppure la Bibbia rappresenta una parola diversa che sgretola ogni totalitarismo.
Cari amici, il martirio di Ri Hyon-ok ci rafforzi nella fede. Per parte mia vi saluto con un abbraccio di pace e quanto prima vi scriverò notizie sulle vicende ultime della Federazione che, grazie al Signore, sono sulla via della conclusione; e comunque impallidiscono davvero di fronte a testimonianze come questa.
Il Signore ci benedica tutti.
Vincenzo Paglia
Presidente della FBC
Sono bugie, finzioni, mitologie. È la cortina di menzogne che i principali collaboratori del presidente del consiglio, a cominciare dall’avvocato Ghedini, hanno cercato di alzare intorno al capo del governo. Una volta chiesero a Bettino Craxi, rifugiatosi a Hammamet, un giudizio su uno dei suoi numeri due, Giuliano Amato: “Un professionista a contratto”, rispose con tutta la malevolenza possibile Craxi. Ora Berlusconi di professionisti a contratto ne ha molti. Ma il suo stile e le sue notti di fiaba sono difficilmente neutralizzabili dai professionisti al suo servizio: e non vengono stigmatizzate ieri soltanto dall’Observer (“un governo marcio”) e dal Daily Telegraph (“premier libidinoso”): la stampa inglese mette in rilievo il tentativo berlusconiano di riguadagnare consenso nei confronti del mondo cattolico meno mondano e più tradizionale, per quel “popolo” ancora convinto delle verità contenute nel sesto e nel nono comandamento.
Ma non sarà il progetto di visitare il sacrario di Padre Pio a sanare la ferita, vera, che si è aperta nella psicologia del cattolicesimo qualunque. Per almeno due terzi dei cattolici italiani, abituati da decenni a trovare un’ancora nella Democrazia cristiana, Forza Italia e il Pdl erano rimasti una garanzia ideologica e “spirituale”, anche contro nemici invisibili, “i comunisti” continuamente evocati dallo spirito quarantottesco del Cavaliere. Scoprire la vera qualità dei comportamenti del Capo è stato un trauma.
Perché un conto è conoscere l’impronta culturale delle tv berlusconiane, nate e cresciute cullando il consumismo, l’edonismo, il culto del corpo, tutti i totem di una religione alternativa al magistero della Chiesa, Al massimo i cattolici vecchio stampo, di fronte allo spettacolo di centinaia di centimetri quadrati di epidermide, si vergognano un po’, e si consolano con la versione ufficiale esibita in ogni occasione dai leader di Forza Italia: tutti specializzati nel manifestare un cattolicesimo conformista e pronti a ogni pratica da baciapile per assicurare la loro fedeltà, laica e devota insieme, alla gerarchia.
Per strappare il velo di questa ipocrisia, e rivelare l’insostenibilità di queste acrobazie fra la bigotteria e la spregiudicatezza politica, ci voleva qualche gesto vistoso. Non il pronunciamento di un settimanale assai critico verso il berlusconismo come “Famiglia cristiana” o di altri organi e personalità del cattolicesino conciliare, dossettiano e più meno di sinistra, Ci voleva l’intervento del quotidiano della Cei, “Avvenire”, e del suo direttore Dino Boffo. Si può capirne l’importanza e lo spessore anche ex contrario, valutando il silenzio praticamente tombale (e non si tratta di ridicole tombe fenicie) con cui è stato accolto dall’informazione italiana. Boffo ha pubblicato tre lettere, in cui i lettori mettono in rilievo alcuni aspetti critici particolari, Il primo aspetto investe la “sfrontatezza” del premier e l’incongruenza tra vizi privati e pubbliche virtù. Subito dopo viene la critica alla riluttanza della gerarchia a prendere una posizione netta verso lo stile di vita di Berlusconi, cioè riguardo a “comportamenti improponibili per un uomo con due mogli, cinque figli, responsabilità pubbliche enormi e un’età ragguardevole”.
II direttore di “Avvenire” non si è tirato indietro. Il Berlusconi licenzioso induce a parlare di “desolazione”. Esiste, anzi dovrebbe esistere, un a priori etico che ha valore prima delle strategie politiche e delle dichiarazioni formali, Il “sondaggismo”, cioè il consenso volatile costruito dalle indagini demoscopiche ben orientate, non assolve nulla, Ecco, la fiducia che premierebbe comunque il buon cattolico, “il padre di famiglia”, che ammette ridendo “non sono un santo” è un’invenzione della scaltrezza dei professionisti a contratto del giro berlusconiano.
In realtà c’è un’Italia cattolica sicuramente moderata ma forse non ancora istupidita dai giochi di prestigio dei maghi della destra. È un pezzo di società poco conosciuto, che non si fa sentire, difficilmente voterà a sinistra, ma è perfettamente in grado di togliere la fiducia a un leader politico, e di sgretolarne la base di compenso, Per questa base cattolica, il pellegrinaggio a Pietrelcina e nei luoghi di Padre Pio contiene una strumentalità talmente plateale da generare addirittura un’insofferenza ulteriore. Il paese, come scrive Boffo a proposito della sfasatura fra il Berlusconi politico e il Berlusconi più ludico, potrebbe sentirsi “raggirato”.
Ebbene, la Chiesa è un organismo complesso, e la realtà cattolica non è identificabile con gli stereotipi. Forse in questa occasione i berluscones hanno scherzato troppo con un mondo che in genere conoscono poco, e che negli anni ha dovuto imparare a cambiare ripetutamente l’orientamento del proprio consenso. Il ritiro della fiducia avviene di solito in modo silenzioso. Questa volta potrebbe essere già cominciato, all’insaputa del mondo berlusconiano.