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Vangelo del giorno
Venerdì 18 Ottobre 2024

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
(Lc 10,1-9) 

Bibbia – CEI 2008
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Per citazione
(es. Mt 28,1-20):
Per parola:

Attualità

“Pesanti bombardamenti, un gran numero di vittime, i soldati israeliani non distinguono più tra civili e combattenti, questa è guerra, guerra, guerra; qualcuno provi a fermarli. Quello in corso a Gaza è un massacro, non un bombardamento; è un crimine di guerra e ancora una volta nessuno lo dice”. 

Da PAX Christi 
Punto pace di Reggio Emilia

Questo disperato appello del parroco di Gaza è stato raccolto da Pax Christi, che con UN COMUNICATO ha provato a scuotere la pesantissima indifferenza con cui in Italia si sta assistendo al massacro di un’intera popolazione, per metà minori. Un inferno di orrore, morte e distruzione, di lutti, dolore e odio si sta abbattendo in queste ore sulla Striscia di Gaza e sul territorio israeliano adiacente. Dopo una settimana di bombardamenti e centinaia di morti, i carri armati hanno invaso la Striscia, seminando morte casa per casa, distruggendo in un bagno di sangue luoghi di culto e ospedali, scuole e centrali elettriche. Se vergognosi sono il silenzio consenziente dei Governi e la paralisi delle Nazioni Unite, inaccettabile è il nostro assistere attoniti e rassegnati a questo crimine di guerra, senza condividere almeno un sussulto di indignata protesta.

Attiviamoci subito per compiere UN GESTO simbolico, che stimoli più profonde prese di coscienza e diffonda un ampio rifiuto della logica dell’annientamento e della morte. Nelle nostre case, nelle nostre chiese, lì dove splende il segno della STELLA COMETA, annuncio di luce e speranza per ogni uomo e donna, proponiamo di LISTARE A LUTTO LA STELLA DEI MAGI, perché sia percepibile la nostra vicinanza a tutti coloro che stanno piangendo i loro cari, ed evidente il nostro fermo NO alla distruzione, ai bombardamenti, alle uccisioni di centinaia di persone innocenti.

Proponiamo occasioni di riflessione con UNA PREGHIERA di supplica per la pace che, ispirata alla Solennità dell’Epifania, potrà essere diffusa lungo tutto il mese di Gennaio, tradizionalmente dedicato alla pace.

Il Consiglio Nazionale

 PREGHIERA da proporre nelle comunità cristiane dalla Solennità dell’Epifania, lungo tutto Gennaio, mese della pace

 Hanno oscurato il cielo della Palestina

 Una stella indicava il cammino in quelle notti di timore e buio, Signore.
Uomini saggi, da lontano, compresero che li avrebbe condotti a te,
Dio della pace e della fraternità tra tutte le creature,
e ‘gioirono molto di gioia grande’.
E andarono. E videro. E si inchinarono alla novità di un Dio venuto a condividere, a soffrire e ad amare fino in fondo i suoi figli, tutti quanti.
Signore, oggi a Gaza quella stella è oscurata da bombe e razzi seminatori di paura e di morte.
Ti supplichiamo: aiuta i potenti che abitano la Terra santa a fermarsi.
A far cessare i bagliori mortiferi delle armi,  a non spegnere la stella.
 
Signore, Dio-con-noi!  Tu che bambino piangevi
come tutti i bambini del mondo,
asciuga le lacrime dei bimbi di Terra Santa,
vittime di una nuova strage degli innocenti:
ora il loro cielo ha il colore della notte senza speranza.
Consola il pianto delle mamme di Gaza, che non vedranno mai crescere i loro figli perchè la loro veglia, in queste notti senza luce, è una veglia funebre.
Dona loro la forza di non spegnere nei loro cuori straziati la fiammella del perdono. 
 
Signore, tu che attraverso la stella hai chiamato  ad una vita buona ogni uomo e donna del mondo, tu che della trepidazione dei pastori e dei magi hai colto il movimento, l’andare verso, restituisci a noi, che forse ci sentiamo lontani dalla tragedia che si sta compiendo in queste ore a Gaza, il senso di una giustizia che cerchi il bene di tutti. 
 
Signore, Dio degli ultimi e degli oppressi, tu che ti sei lasciato umiliare e ferire per vivere fino alla fine  il dramma di tutti i crocifissi nell’ingiustizia,  accarezza le migliaia di bambini, donne e uomini innocenti che non hanno trovato riparo dalla follia delle bombe intelligenti, degli attacchi mirati. Signore, Padre di tutti i danni collaterali di questa tragedia, tu che non l’hai certo voluta, ma che la subisci insieme a loro, sostieni la dignità di  questi  tuoi figli amatissimi. E a coloro che così stoltamente hanno organizzato e stanno perpetrando questo ennesimo atto di barbarie, infondi un po’ di quella sapienza che accendeva la notte dei tre saggi venuti ad incontrarti.
 
   SE VUOI COLTIVARE LA PACE, CUSTODISCI IL CREATO  –    1. In occasione dell’inizio del Nuovo Anno, desidero rivolgere i più fervidi auguri di pace a tutte le comunità cristiane, ai responsabili delle Nazioni, agli uomini e alle donne di buona volontà del mondo intero

 Lettera di Benedetto XVI
 <<<Leggi le lettere >>> IN OGNI ESSERE UMANO UN’ATTESA  –  Al di là di profonde differenze culturali che possono creare barriere fra i continenti, tutti gli esseri umani costituiscono un’unica famiglia1: la nostra visita in Cina ha consolidato in noi questa convinzione.Qualunque sia la nostra cultura, la nostra età o la nostra storia, abbiamo in comune un’attesa, una sete di pienezza di vita.

 Lettera 2010: lettera dalla Cina
Vescovo di Cefalù Commosso, partecipato, ricco di emozioni e di sentimenti di simpatia il primo incontro col Nuovo Vescovo di Cefalù, Mons. Vincenzo Manzella,  con la comunità di Castelbuono, riunita ad accoglierlo nella chiesa di S. Vincenzo in occasione della festa di Santa Lucia.  

  Cordiali e sincere le parole con le quali  Don Angelino Calì  lo ha salutato per primo, presentandogli una comunità ancora profondamente

Testo Omelia

Omelia 

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Qualcosa di così personale ( Martini)
Anticipazione di “Qualcosa di così personale. Meditazioni sulla preghiera” del cardinale Martini.
 
 
« So che posso dire come Isacco io sono vecchio e ignoro il giorno della mia morte» (Gen 27,2), ma di questo non ho ancora tratto le conclusioni. Cerco comunque di chiarirmi le idee riflettendo un po’ sull’ argomento. Mi pare che si possa parlare in due modi della preghiera dell’ anziano. Si può considerare l’ anziano nella sua crescente debolezza e fragilità, secondo la descrizione metaforica (ed elegante) del Qohèlet:  
 Martini 1

“ Ricòrdati del tuo creatore
nei giorni della tua giovinezza,
prima che vengano i giorni tristi
e giungano gli anni di cui dovrai dire:
«Non ci provo alcun gusto»,
prima che si oscuri il sole,
la luce, la luna e le stelle
e ritornino le nubi dopo la pioggia;
quando tremeranno i custodi della casa
e si curveranno i gagliardi
e cesseranno di lavorare le donne che macinano,
perché rimaste in poche,
e si offuscheranno quelle che guardano dalle finestre
e si chiuderanno le porte sulla strada;
quando si abbasserà il rumore della mola
e si attenuerà il cinguettio degli uccelli
e si affievoliranno tutti i toni del canto;
quando si avrà paura delle alture
e degli spauracchi della strada;
quando fiorirà il mandorlo
e la locusta si trascinerà a stento
e il cappero non avrà più effetto,
poiché l’uomo se ne va nella dimora eterna
e i piagnoni si aggirano per la strada;
prima che si rompa il cordone d’argento
e la lucerna d’oro s’infranga
e si rompa l’anfora alla fonte
e la carrucola cada nel pozzo
e ritorni la polvere alla terra, com’era prima,
e lo spirito torni a Dio che lo ha dato.
Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
e tutto è vanità.”

  In questo caso il tema sarà la preghiera (qui evocata dalle parole «Ricordati del tuo Creatore») di colui che è debole e fragile, di colui che sente il peso della fatica fisica e mentale e si stanca facilmente.

  La salute e l’ età non consentono più di dedicare alla preghiera i tempi lunghi di una volta: si sonnecchia facilmente e ci si appisola.

 Mi pare quindi sia necessario imparare a utilizzare al meglio il poco tempo di preghiera di cui si è in grado di disporre.

 Non riuscendo più a dedicare alla preghiera lo stesso tempo di quando si avevano più energie, e sentendola spesso come un po’ distante e poco consolante, è possibile che il proprio spirito venga catturato da un certo senso di scoraggiamento. Allora la tentazione sarà di accorciare ulteriormente i tempi da consacrare alla preghiera, limitandosi allo strettamente necessario. Tuttavia questo accorciare i tempi dell’ orazione potrebbe essere molto pericoloso. Infatti la preghiera, per dare qualche conforto, deve essere di norma un po’ prolungata.

 Se si restringe il tempo, anche le consolazioni sorgeranno con maggiore difficoltà e si creerà una sorta di circolo vizioso, che porterà a pregare sempre meno.

               Ma la preghiera dell’ anziano potrebbe anche essere considerata la preghiera di qualcuno che ha raggiunto una certa sintesi interiore tra messaggio cristiano e vita, tra fede e quotidianità.

 Quali saranno allora le caratteristiche di questa preghiera? Non è facile stabilirlo in astratto e aprioristicamente: occorrerebbe piuttosto riflettere sull’ esperienza dei santi, in particolare dei santi anziani.

 Perciò bisognerebbe dedicare, con pazienza, un po’ di tempo alla ricerca.

Anzitutto nella Bibbia. In molti Salmi si parla apertamente dell’ anziano e della sua condizione con espressioni molto significative e suggestive.

 Ad esempio: «Sono stato fanciullo e ora sono vecchio; non ho mai visto il giusto abbandonato né i suoi figli mendicare il pane» (Sal 36,25). Si veda anche l’ esortazione del Salmo 148,12: «I vecchi insieme ai bambini lodino il nome del Signore».

  La Scrittura ci offre anche preghiere tipiche di un anziano. La più nota è la preghiera dell’ anziano Simeone al tempio quando prende tra le sue deboli braccia il piccolo Gesù: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli» (Lc 2,29 ss.).

 La ricerca dovrebbe allargarsi ai Padri apostolici, come Ignazio e Policarpo, quindi ai Padri del deserto e ai grandi oranti di tutti i secoli.

 Non essendo qui possibile percorrere una tale via analitica, mi limiterò ad alcune riflessioni generali, aiutato anche dalla testimonianza di qualche confratello più anziano di me.

Mi chiederò, cioè, quali potrebbero essere alcune caratteristiche positive nella preghiera di un anziano. Mi pare che possano emergere tre aspetti:

    *  un’ insistenza sulla preghiera di ringraziamento;

   *   uno sguardo di carattere sintetico sulla propria vita ed esperienza;

   *   infine una forma di preghiera più contemplativa e affettiva, una prevalenza della preghiera vocale sulla preghiera mentale.

  Sul primo di questi tre punti riporto la testimonianza di un confratello: «Riguardo ai contenuti della mia preghiera in questi anni di vecchiaia – ho 85 anni – si distingue la preghiera di ringraziamento. Si sono sviluppati due motivi per ringraziare Dio: anzitutto per avermi concesso un tempo in cui mi posso dedicare (vorrei quasi dire “a tempo pieno”) a prepararmi alla morte. E ciò non è dato a tutti. In secondo luogo per avermi mantenuto finora nel pieno dominio delle risorse mentali e, largamente, anche di quelle fisiche».

  Là dove invece non c’ è questo vigore fisico e/o mentale la preghiera si colorerà soprattutto di pazienza e di abbandono nelle mani di Dio, sull’ esempio di Gesù che muore dicendo: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» (Lc 23,46).

  È così che i Salmi ci insegnano a pregare: «Tu salvi dai nemici chi si affida alla tua destra» (Sal 16,7); «Mi affido alle tue mani: tu mi riscatti, Signore, Dio fedele» (Sal 30,6); «Lo salverò, perché a me si è affidato» (Sal 90,14).

       Chi ha raggiunto una certa età è anche nelle condizioni di volgere uno sguardo sintetico sulla propria vita, riconoscendo i doni di Dio, pur attraverso le inevitabili sofferenze.

Veniamo quindi invitati a una lettura sapienziale della nostra storia e di quella del mondo da noi conosciuto.

E beati coloro che riescono a leggere il proprio vissuto come un dono di Dio, non lasciandosi andare a giudizi negativi sui tempi vissuti o anche sul tempo presente in confronto con quelli passati!

 La terza caratteristica della preghiera dell’ anziano dovrebbe essere un crescere della preghiera vocale (e quindi una diminuzione della preghiera mentale) insieme a un inizio di semplice contemplazione che esprime con mezzi molto poveri la propria dedizione al Signore.

Diminuisce la preghiera mentale per la minore capacità di concentrazione dell’anziano. Ma contemporaneamente bisogna aver cura di aumentare la preghiera vocale. Anche se un po’ assonnata o distratta, essa è comunque un mezzo per avvicinarci al Dio vivente.

Sarebbe ideale arrivare a contemplare molto semplicemente il Signore che ci guarda con amore, oppure pensare a Gesù che ha bisogno di noi per rendere piena la sua lode al Padre.

Ma qui sarà lo Spirito Santo che si farà nostro maestro interiore. A noi non resterà che seguirlo docilmente.

 ( © 2009 Arnoldo Mondadori Editore – CARLO MARIA MARTINI )
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