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Vangelo del giorno
Venerdì 18 Ottobre 2024

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
(Lc 10,1-9) 

Bibbia – CEI 2008
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Per citazione
(es. Mt 28,1-20):
Per parola:

Attualità

S AnnaIn occasione del centenario della donazione del S. Teschio di S. Anna al Comune di Castelbuono ci sarà il trasferimento temporaneo della Sacra Reliquia nella Chiesa Matrice, luogo centrale ed accogliente per grandi raduni.

Sarebbe auspicabile che anche nei tre giorni della festa di S.Anna si potesse  effettuare lo stesso trasferimento per rendere fruibili le varie celebrazioni  agli anziani,a tutti quei malati che non sono in grado di salire i numerosi gradini per raggiungere la Cappella del Castello, ai diversamenti abili . In questo modo tutti vedrebbero soddisfatto il desiderio di partecipare ai vari riti. Si eviterebbe altresì  la “terribile calca” di persone nel piccolo spazio della Cappella.

Di seguito la lettera che i Parroci e il Sindaco hanno inviato a tutti i cittadini di Castelbuono.

pro san anna cen

 

 L’anno 2013 ci riunirà piu intimamente alla nostra Patrona: La Madre Sant’Anna genitrice della Madre di Dio“.

II 28 febbraio dell’anno 1913 veniva rogato presso notaio La Placa di Palermo l’atto con cui il Barone Fraccia, erede Ventimiglia, donava alla comunità di Castelbuono, rappresentata dal sindaco Mariano Raimondi e dall’arciprete Leonardo Biundo, il Sacro Teschio della Santa nostra Patrona.

Di quell’atto si compiono dunque i cento anni. Per secoli la insigne reliquia era stata proprietà del casato Ventimiglia, che concedeva al popolo di celebrare il culto nella cappella Palatina; ma i modi, i tempi, i limiti erano di volta in volta stabiliti dai proprietari del Castello.

Dalla data di quel rogito, il popolo percepì che il rapporto di fede con la “Madre Sant’Anna” diventava libero, immediato, senza vincoli e limitazioni.

Fu tale il fervore, che nel 1920, con tanti sacrifici, (era lt primo dopoguerra) tutta la comunità riussci ad acquisire l’intero Castello. Riteniamo pertanto, sicuri della comune adesione, che tale avvenimento, che “riunì un popolo nella fede” va celebrato, da un “popolo che oggi cresce, vuole e crea”.

Abbiamo, dunque pensato, sotto lo slogan Sant’Anna con il suo popolodi dar luogo a iniziative che coinvolgano tune le componenti la nostra comunità, a partire dalla data 28 febbraio 2013.

Attomo alla Madre Sant’Anna, che in quest’anno della fede, come buona nonna, ci condurrà al Signore, convergeranno i giovani, le famiglie, gli ammalati, le confraternite, il mondo del lavoro con le sue difficoltà, la cultura, le scuole.

Questa unanime coralità, speriamo, risulti una moderna “Missione popolare”.

Ricorrenza eccezionale eventi eccezionali.

Questi progetti esigeranno il trasferimento temporaneo della Sacra Reliquia nella Chiesa Matrice; luogo centrale ed accogliente per i grandi raduni. Quanto stiamo organizzando è stato presentato al nostro Vescovo che ci ha approvato e benedetto. Renderemo noto per tempo il calendario degli appuntamenti in dettagliato programma.

Chiediamo alla Madre San’Anna che ci accompagni e ci assista nelle celebrazioni che andremo attuando perchè si svolgano con edificante solennità, per devozione a Lei e a gloria del Signore.

MonBaMonti “ è salito” in campo azzerando certezze, scombinando le carte, aprendo, forse, la strada a una continuità che sembrava ormai chiusa.

   Da fastidio la terribile ingerenza della Gerarchia Ecclesiastica, subito pronta a “ benedirLo”.

Il popolo di Dio penso che non abbia bisogno di strateghi politici, ma di discepoli che sappiano indossare il grembiule del servizio, lavare i piedi della povera gente, consolare il pianto di chi è senza lavoro, senza casa, senza amicizie, di chi vive nella disperazione.

   Sono troppi i “tromboni” gerarchici che “ sputano” indicazioni con subdoli tatticismi dialettici, forse per ” garantirsi ” privilegi acquisiti.

   Gesù non ha mai soddisfatto la richiesta dei suoi amici di schierarsi contro “ Cesare” …. E’ sceso in campo solo per difendere e proteggere gli ultimi e degli ultimi ha condiviso tutto … facendosi ultimo degli ultimi.

   La campagna elettorale che si è aperta è terribile; il desiderio di giustizia sociale è enorme; il pericolo di compravendita di voti da parte di chi ha grossi patrimoni,  pescando nella disperazione di chi non ha assolutamente niente, è spaventosamente grande.

   Penso che – ad ogni costo – bisognerà premiare chi ha veramente a cuore il riscatto degli ultimi; chi avrà il coraggio di togliere ai ricchi per distribuire ai poveri, per garantire servizi, per attuare pienamente il dettato costituzionale.

“Ora che il degrado morale e sociale della politica ha oltrepassato ampiamente il livello di guardia, noi riteniamo – per non mancare ad una responsabilità di guida del popolo di Dio – di dover tornare ad alzare la nostra voce, per denunciare che lo stile e le modalità di approccio dell’attuale assetto politico, manifestano incontestabile carenza di seria fondazione morale”.

E’ un passo del documento dei vescovi siciliani, in vista delle prossime elezioni regionali, sul tema “Amate la giustizia, voi che governate sulla terra”, presentato oggi dal cardinale di Parlamento e presidente della Conferenza episcopale siciliana, Paolo Romeo.Superare l’individualismo è la prima sfida da vincere.

E’ l’ora di una solidarietà lungimirante, di una concentrazione assoluta e senza distrazioni su alcune priorità: il lavoro per tutti, la lotta penetrante e inesorabile alla corruzione e al malaffare, la riforma dei meccanismi e degli strumenti della partecipazione democratica.

Occorre ripartire dalla stima per l’originaria vocazioni al bene, che ciascuno uomo, nella sua unicità irripetibile, rappresenta.“In nome di questa centralità intendiamo fare appello a tutte le coscienze, affinché la partecipazione al voto sia ampia, piena, consapevole, libera da occulti e fuorvianti condizionamenti soprattutto di natura criminale, affrancata da logiche clientelari o di mera tutela di rendita parassitaria o privilegi prevaricanti”.

Bene comune e lo spirito di servizio, le istanze etico-sociali non occupano la priorità di attenzione che loro compete nella gestione della cosa pubblica. E’ in atto uno scontro tra scelte politiche e contrastanti : deprimente logica di spartizione del potere, scontro tra forze più o meno occulte, strumentalizzazione delle persone, pressione mediatica e condizionamento dell’opinione pubblica.Questo degrado etico-sociale non può non inquietarci come pastori,in quanto uomini di Chiesa non abbiamo né particolari
 parametri di valutazione o ricette politiche da indicare, né piani strategici da proporre: non è questo il nostro compito.Ma il dovere di orientare, di richiamare e di denunciare siamo convinti di averli!”.

 

Paolo Gabriele,il maggiordomo  di Benedetto XVI rischia fino a quattro anni di carcere, che trascorrerebbe in un istituto di pena italiana, secondo Giovanni Giacobbe, ‘promotore di giustizia’  del tribunale d’appello vaticano, dove vige il codice di procedura penale italiano del 1913 (codice Zanardelli) e il codice penale promulgato da Umberto I nel 1889.

In base all’articolo 403 del codice penale – ha spiegato Giacobbe –  l’imputato per furto aggravato rischia fino a quattro anni“.

 

L’altro imputato, Claudio Sciarpelletti, tecnico informatico della segreteria di Stato rinviato a giudizio per favoreggiamento del furto, rischia invece “fino a un anno“.La pena, ad ogni modo, verrebbe scontata in un carcere italiano perché in Vaticano non c’è una struttura carceraria,  e vige pertanto un accordo con lo Stato italiano.

Ci sembra in contrasto tutta questa “procedura”  con l’invito evangelico a perdonare 70 volte 7.

Ci fa rabbrividire che nel terzo millennio  le “ strutture giudiziare vaticane” possano solo minimamente pensare a pene detentive, quando in contemporanea, Napolitano, proprio oggi invita a considerare  misure alternative al carcere, perché carcere è luogo di emarginazione e isolamento, luogo dove perdendo la libertà si perde la dignità di persona, perché carcere è luogo dove i suicidi sono in aumento.

Vogliamo sperare che mai la chiesa possa applicare pene detentive, ma attenzioni con l’amore del pastore che cerca la pecorella smarrita chi ha sbagliato agevolando percorsi di recupero.

Quanto sarà lontana l’immagine del Padre che attende alla finestra il figlio che ritorna da quella del Padre che priva il figlio della libertà.

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