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Vangelo del giorno
Sabato 23 Novembre 2024

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.

(Lc. 20,27-40) 

Bibbia – CEI 2008
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Padre Angelo Calì nasceva a Castelbuono il 19 giugno del 1943, terzo di tre figli. Il Papà, Alfredo, uomo buono e
falegname e la mamma Vincenzina Mogavero, donna forte, pia e riservata,  l’hanno accompagnato nella scelta verso il sacerdozio che fin da piccolo aveva manifestato.

      Nel 1954 entra nel Seminario Vescovile di Cefalù assieme al suo amico e fratello nel sacerdozio Don Santino Di Gangi.
Il 29 giugno del 1966, nella  solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, insieme a don Sebastiano Scelsi, don Antonio Cortina viene ordinato sacerdote nella  Cattedrale di Cefalù da, Mons. Emiliano Cagnoni.

     Fin da subito inizia il suo ministero sacerdotale a Castelbuono, dove sempre è rimasto, prima come vice parroco di Don Paolo Raimondi, e poi come parroco dal 1987 dopo la morte di Don Paolo dal quale ha ereditato l’amore per i giovani, per il nuovo , l’accoglienza soprattutto verso i profeti del nostro tempo.

       Oltre gli studi teologici presso il Seminario di Cefalù ha conseguito la Laurea in Filosofia discutendo la tesi su Ernst Bloch, innamorato, com’era, della Teologia della Liberazione trasmessa a lui e poi ai “ suoi” giovani dall’amato e fratello di sempre P. Emilio Piro

      La laurea gli ha dato l’opportunità di insegnare al Liceo Scientifico “ Luigi Failla Tedaldi” di Castelbuono, non per un fatto economico ma per essere vicino a quella generazione di giovani post sessantottini, capirne e condividere le esigenze facendoli innamorare, con delicatezza, di quelle esperienze dove sinodalità ed ecumenismo  ne  costituivano i pilastri ( Taizè, Bose; Piccoli fratelli del Vangelo, etc.).

   Nessuna barriera con chi la pensava diversamente, con si proclamava non credente, anzi disponibilità all’ascolto attento e sincero nella certezza che dentro il cuore di ogni uomo non può esserci che bontà, perché creati a immagine e somiglianza dell’Amore.

      Nel 74, anno in cui si votò per il divorzio, nel dibattito nel mondo cattolico scelse il percorso di Carlo Carretto e con coraggio, in un confronto non si sottrasse nel richiamare chi non voleva dialogo almeno ad aprire il cuore all’ascolto.

    Ha portato il vento nuovo del Concilio  aprendo con gioia le porte a quanti con coerenza di linguaggio sognavano ( perché la Chiesa non è dei nostalgici ma dei “ sognatori” ), come diceva il cardinale Martini,  una Chiesa che non insegue il potere ma pratica il servizio, che alla condanna preferisce la misericordia, che è «consapevole delle sofferenze quasi insopportabili di tanta parte dell’umanità, sinceramente partecipe delle pene e desiderosa di consolare»

  La gioia brillava nei suoi occhi quando ci faceva dono di Don Salvatore Boccacio,  che ci ha fatto conoscere  il movimento “ Pro Sanctitate”; Frere Paul dei Piccoli Fratelli del Vangelo di Spello, P Emilio Piro, P. Remigio Targia; Gianni Novello che ha sempre accolto quanti , con Don Angelino, si recavano a  Taizé; Enzo Bianchi e la Comunità di Bose; Mons. Luigi  Bettazzi, Alberto Maggi, etc..

  Nel suo camminare ha fatto esperienza di solitudine e dolore per le tante prove che , nello scorrere del tempo e nelle dinamiche umane, ha dovuto affrontare nella debolezza che diventava fortezza per la potenza della Trinità che non ha mai cessato di abitare in Lui e che lui non ha mai cacciato.

   La malattia poi lo ha ulteriormente trasformato .. e attraverso il crogiolo della sofferenza il Signore gli ha concesso tutto il tempo per avvicinarsi alla morte non con disperazione ma nella certezza che dopo la stessa esperienza di abbandono  di Gesù sulla Croce, anche per lui, che ha creduto fino alla fine, la nube che velava il volto di Dio si sarebbe spezzata per poterlo contemplare e sedere, per il battesimo ricevuto, al banchetto Trinitario. 

Don Angelo ci ha lasciati all’età di  80 anni, alle ore 12,30 di sabato 21 ottobre 2023.

   Nella sera del 23 Ottobre la comunità di Castelbuono si è unita in preghiera nella Chiesa Parrocchiale Maria Assunta in una veglia  partecipata, silenziosa e commossa.

Le esequie sono state celebrate Martedì  24 ottobre  sempre nella “ sua” Matrice Vecchia   con una solenne concelebrazione presieduta dal Vicario della nostra Diocesi P. Giuseppe Licciardi in presenza del nostro Vescovo Mons. Giuseppe Marciante che ha tenuto l’omelia.

  Con Padre  Angelo che è stato sempre dietro a Cristo che non finirà mai di richiamarci a stare  sempre dietro al Maestro  quando siamo tentati di superarlo o condizionarlo al nostro sentire, preghiamo:

 

Vorrei sedurti, Signore,

con la forza della mia fragilità.

Tu che ti sei fatto debolezza

per confondere i forti

scompiglia questa Tua

povera Chiesa dei poveri

che si ostina

camminare davanti a te.

Fa che ritorni nel deserto,

spoglia di tutto l’effimero

che oscura la sua bellezza,

e là, parla al suo cuore

purificala, carezzala

con la delicatezza

della tua misericordia.

Asciuga le sue lacrime,

lava tutto il suo marciume,

rivestila di splendore,

per presentarsi  a te

ornata di fedeltà, povertà,

mitezza.

 

 

 

Mons. Bettazzi ci ha accolto, migranti del lavoro, quando abbiamo iniziato la prima esperienza lavorativa a Ivrea.

   Spaesati, in un contesto culturale nuovo, ci ha fatto sentire a casa.

   Già ,studenti di Ginnasio, l’avevamo incontrato, senza ancora capire chi era, quando  nel 68, abbiamo partecipato alla marcia della Pace di Pax Christi a Gibellina.

L’abbiamo poi conosciuto: gentile, accogliente, garbato, ironico nel raccontare barzellette, profetico per una Chiesa spoglia di clericalismo e burocrazia.

Monsignor Luigi Bettazzi è scomparso questa mattina prima dell’alba a 99 anni (ne avrebbe compiti 100 anni il 26 novembre) e fine alla fine è stato sempre  disponibile e aperto al dialogo. Lui che era rimasto l’ultimo dei Padri conciliari, in una intervista, già sognava un Vaticano III.

Poco prima della chiusura del Vaticano II scese con alcuni Padri Conciliari (la maggior parte dei quali della Chiesa latino-Americana) nelle Catacombe di Domitilla a Roma per celebrare una Eucaristia chiedendo fedeltà allo Spirito di Gesù.( Patto delle Catacombe)

   E’ stato tra noi a Castelbuono più volte.

Nel 2008 in occasione del 50 dell’Istituzione della Parrocchia Maria Assunta nella lectio da Lui presieduta ebbe a dire: “ La parrocchia non sia un ufficio, una macchina distributrice di sacramenti e certificati”.

Era nato a Treviso ma si era trasferito da giovane a Bologna dove aveva ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 4 agosto 1946Il 10 agosto 1963 la nomina a vescovo ausiliare di Bologna cui seguì il 4 ottobre la consacrazione episcopale.

Vescovo di Ivrea, dal 15 gennaio 1967 non si chiuse nella sua diocesi ma servì la Chiesa universale impegnandosi per la causa della non violenza,e della pace ( ha vinto, nel 1985,il Premio  Internazionale dell’Unesco per l’Educazione alla Pace.); vicino alle lotte sindacali ( Olivetti e Lancia di Chivasso)  dialogante con chiunque  (non possiamo dimenticare  lo scambio epistolare con il segretario del Partito comunista italiano Enrico Berlinguer. )

Nel 1978, assieme  ai  vescovi Clemente Riva e Alberto Ablondi, chiese di potersi offrire prigioniero in cambio del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro rapito dalle Brigate Rosse;  richiesta respinta dalla Curia Romana.

Queste le parole che ha scelto monsignor Farinella per ricordarlo: «“Non ti cerchiamo tra i morti, ma tra i vivi” (Lc 24, 5). Care sorelle, cari fratelli, alle prime ore dell’alba di questa mattina, domenica 16 luglio, il Signore ha chiamato a sé il Vescovo emerito di Ivrea mons. Luigi Bettazzi. È il Vescovo che mi ha cresimato, ordinato diacono e presbitero ed infine, come Vescovo co-consacrante mi ha “messo le mani sul capo” all’ordinazione episcopale, chiamato a diventare vostro Pastore. Affido a queste poche righe il mio ricordo e il cordoglio, invitando alla preghiera per lui, che tante volte è stato in mezzo a noi. Il Vescovo Luigi è stato un autentico Maestro con i suoi insegnamenti di vita, un vero Padre nei momenti belli e difficili della vita, e un grande esempio per il suo fiero amore alla Chiesa e l’impegno per la giustizia e la pace. Proverbiale è la sua carica umana e la sua capacità di intessere relazioni, improntate dal suo senso di arguzia e di allegria, forte quanto il suo impegno schietto per la giustizia, la pace e l’impegno per gli ultimi e gli indifesi.
Ho avuto la grazia di potergli stare accanto ieri, nel suo ultimo sabato terreno, nella sua residenza di Albiano, mentre lucidamente e serenamente si avviava a varcare le porte della vita eterna. Circondato dalle persone che, da tempo, lo accudivano con grande amorevolezza, sostenuti dall’invito alla preghiera del Vescovo di Ivrea mons. Edoardo Cerrato, incoraggiati dalle tante visite e attestazioni di riconoscenza e di amore al Vescovo Luigi, che ricoprono un arco ecumenico per appartenenza di diverso credo religioso e impegno sociale e civile, Egli come i Patriarchi biblici, Vescovo del Concilio Vaticano II, carico dei suoi anni, ricco in umanità, saggezza e misericordia, uomo delle beatitudini secondo il Vangelo e ricco di una fede incrollabile e di una grande intelligenza spirituale e culturale, continuerà ad essere sempre l’autentico testimone di pace e il Pastore di una Chiesa accogliente, aperta al dialogo con tutti, sinodale ante litteram, pronta a mettersi in gioco per la verità e per servire il bene comune, vicino a chi soffre. Sono tanti i ricordi e i motivi di gratitudine personali che in questo momento albergano nel mio cuore. Un sentimento che li vuole raccogliere tutti è la semplice parola “grazie” per quel suo ultimo sorriso e la sua mano rivolta verso l’alto a pregare il Padre Nostro e a dare la sua benedizione. Fino alla fine ha offerto e sperato di poter vedere riconciliati gli animi e realizzata la pace nel cuore degli uomini, nella Chiesa e nel mondo. Anche facendoci compiere lucidamente con le ultime forze che aveva un gesto di grande valenza: ha preso le mani di alcuni di noi presenti per stringerle con la sua in una promessa di continuare il suo impegno e il suo desiderio di vedere realizzati perdono e riconciliazione.
Riposa in Pace, Vescovo Luigi: anche nella tua ultima ora ci hai insegnato a ripetere con fiducia la preghiera di abbandono di fratel Carlo de Foucauld: “Affido l’anima mia alle tue mani, Te la dono mio Dio, con tutto l’amore del mio cuore perché ti amo, ed è un bisogno del mio amore di donarmi di pormi nelle tue mani senza riserve con infinita fiducia perché Tu sei mio Padre”. La accogliamo come una consegna e un impegno».

Di seguito video dei funerali.

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Fra pochi giorni  ricorrono 10 anni dalla scomparsa di Carlo Maria Martini. Con questo video, molto personale, un ricordo da condividere con chi lo ha mato e ha fatto tesoro dei suoi richiami ad essere quanto più conformi a Cristo.

 

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 Un ricordo, il mio, sicuramente molto stretto e angolato rispetto al suo guardare a 360 gradi. Lui è stato ed è profeta del nostro tempo con un rispetto profondo verso Dio, un amore infinito per la PAROLA, inculcando la Lectio divina. E’ stato promotore del dialogo inter-religioso, amante degli ultimi, dei dimenticati, dei lontani.

  Non ha mai smesso, nella chiarezza che lo ha contraddistinto, di “ricordare al Signore” di  attirare a Lui questa nostra  Chiesa, smarrita e appesantita da “ ornamenti inutili”   per  condurla  nel deserto e parlare al  suo cuore.

 

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