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Vangelo del giorno
Sabato 23 Novembre 2024

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.

(Lc. 20,27-40) 

Bibbia – CEI 2008
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Per citazione
(es. Mt 28,1-20):
Per parola:

Tirisan

Il tumore è la seconda causa di mortalità in Sicilia, dopo le malattie cardiovascolari, con diecimila decessi l’anno.  Sono 90 mila i malati di patologie oncologiche ed a loro si aggiungono quasi sedicimila nuovi casi ogni anno.
Sotto accusa i cattivi comportamenti come il fumo, l’inquinamento e l’abbandono della “dieta mediterranea”. 

L’incidenza del tumore in Sicilia è ancora più bassa rispetto al resto del nostro paese e dell’Europa, ma il dato di mortalità è più alto, probabilmente a causa del ritardo nelle diagnosi.
Per il sesso maschile, la prima causa di mortalità in oncologia è il tumore di trachea, bronchi o polmoni (26.6 per cento dei casi), mentre per le donne risulta fatale nel 16.74 per cento dei casi il cancro alla mammella.
Al secondo posto per entrambi i sessi figura il tumore del colon retto (11.97 per le donne e 9.43 per gli uomini).

L’allarme per il cancro sta tutto in una cifra: sono 105.697 i siciliani che si sono ammalati di tumore tra il 2000 e il 2006.

Nello stesso arco di tempo si registrano 66 mila decessi per queste patologie. 

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Se ci guardiamo intorno… non c’è, nella nostra città,  una ” cerchia” familiare che non abbia uno o più casi di cancro nel proprio ambito. Combattere il cancro incide in maniera significativa sui bilanci delle aziende ospedaliere.

La nuova frontiera delle terapie farmacologiche rischia di far saltare i conti.

Non scordiamo, però, che l’arma più importante per combatterlo è la prevenzione.

E’ necessario, allora, che la politica sanitaria si convertà e investa di più sulla prevenzione qualificando e puntando sulla sanità pubblica,

 invertendo la rotta del dirottamento della maggior parte dei fondi alle strutture private che spesso, attraverso operazioni

di immagine, altro non fanno che sperperare e illudere.

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E’ questa una delle più antiche laudi drammatiche in forma di ballata scritta da Iacopo Benedetti , detto Jacopone, che la chiesa venera come beato .

Egli nacque a Todi verso il 1235.
Fu uomo di legge e condusse una vita mondana fino al 1268, quando –mortagli improvvisamente la moglie – si diede a vita di penitenza.
Successivamente fu ammesso, come frate laico, nell’ordine dei francescani.

Speriamo che le musiche originali possano essere in armonia con i testi e ne lascino intatti il fervore mistico e l’impetuosa passione del poeta

 

Natura e funzione della lectio è di aprire e accompagnare la giornata, come costituisse il respiro segreto e cadenzato, il punto di riferimento d’ogni giorno ; della vita, senz’alcuna eccezione.

Non è qualcosa di speciale, da fare una volta alla settimana, ma qualcosa che va collocato all’inizio di ogni giornata ( apri file  speciale-testimoni   per leggere tutto )

     bregantini.jpg  saluto.doc                     Monsignor Giancarlo Bregantini, vescovo di Locri da 13 anni, da varie indiscrezioni giornalistiche ( alcune prettamente strumentali )  potrebbe lasciare l’amata e martoriata terra della Locride per la nuova sede di Campobasso.Lui smentisce, quasi a voler allontanare la terribile indiscrezione che pian piano  forse si  trasforma in realtà

Ne ricordiamo con affetto e stima la partecipazione al congresso Eucaristico Diocesano  di Cefalù di due anni fa, quando con dire molto umile ma deciso sottolineava “ voi avete già organizzato un grande congresso Eucaristico…, curanto in tutti i particolari …io ancora lo devo  definire…ma sono certo che lo cominceremo dalla parrocchia più martoriata della diocesi…

Padre Giancarlo, come continua ad essere chiamato dai suoi fedeli è vescovo  della diocesi di Locri-Gerace,, da 13 anni.

E’ stato tenace difensore dei calabresi contro  le “criminalizzazioni e generalizzazioni

Nella Locride si è impegnato nella costituzione delle cooperative sociali che hanno tolto spazio alla criminalità organizzata ed hanno dato ai giovani l’opportunità di un lavoro vero ed onesto.  

Dopo i fatti di Duisburg si è recato in Germania per inginocchiarsi davanti la pizzeria teatro dell’eccidio di agosto. 

 In relazione alle indiscrezioni del suo trasferimento ha dichiarato “ Siamo in attesa di una lettera ufficiale da parte della Santa Sede. Sono anch’io a conoscenza di queste voci che riguardano il mio trasferimento, ma non so altro “ “ Obbedire è sempre faticoso… Quando arrivai nella Locride, il vescovo Magrassi mi disse « Se obbedisci avrai la strada in salita, ma sarai sempre guidato dalla mano di Dio. Senza obbedienza invece la strada sarà più comoda, ma sarai solo

Un santo vincolo nuziale lega Padre Giancarlo alla sua sposa della locride; auspichiamo che Mons. Bergantini  resti tra la sua gente.

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