Tirisan
Dopo Mons. Bettazzi sarà con noi Fra Alberto Maggi, dell’Ordine dei servi di Maria. Nato ad Ancona nel 1945 è direttore del Centro Studi Bibblici ” G. Vannucci”
( http://www.studibiblici.it/homepage.htm) Cura la divulgazione a livello popolare della ricerca scientifica nel settore bibblico, attraverso scritti, trasmissioni e conferenze in Italia e all’estero |
Ha studiato nelle Pontificie Facoltà Teologiche «Marianum» e «Gregoriana» (Roma) e all’«École Biblique et Archéologique française» di Gerusalemme.
Collabora con la rivista «Rocca» [ più volte presente alla tre giorni di Cefalù ]e ha curato per la Radio Vaticana la trasmissione «La Buona Notizia è per tutti!». Sta lavorando alla traduzione e commento dei capitoli 18 e 19 del Vangelo di Giovanni e, insieme a Riccardo Pérez alla traduzione del Vangelo di Matteo.
Ci piace ricordare quello che ha detto: ” la gente ha sete del vangelo perchè è parola di liberazione.”
Sarà con noi, come annunziato, il 15 Maggio 2008 alle ore 19.
Incontrerà tutta la comunità Castelbuonese sul tema ” Le beatitudini“, nel cammino sabatico intrapreso dalla Comunità Parrocchiale ” Maria Assunta” nel 50° anniversario della sua istituzione.
E’ possibile leggere o scaricare il testo della conferenza che fra Alberto ha tenuto a Padova nel 2006 presso l’associazione ” I beati costruttori di pace” per cominciare a conoscerlo.(beatitudini.pdf)
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La Madre di Gesù è la figura al femminile più nota e più amata non soltanto nei Vangeli ma in tutta la storia della salvezza. Sfuggente ma costantemente e discretamente presente nel cammino dell’uomo; umile ma nello stesso tempo forte, silenziosa ma efficace, anche nel far cambiare opinione e programma a Gesù ( vedi nozze di Cana).
Questa donna per eccellenza spesso l’abbiamo banalizzata, edulcorata, privata della sua dimensione umana, mistificata. A1 suo proclamarsi ” serva del Signore” abbiamo associato l’idea più assurda: quella di una femminilità subordinata e passiva. Nel proclamarsi ” serva del Signore” in Lei non c’è alcuna passività, ma la disponibilità sofferta, intrepida, creativa, anticonformista che è premessa indispensabile alla possibilità di essere discepoli di Gesù. |
La sua crescita nella fede sarà lunga e tutt’altro che indolore.
Nel suo tormentato cammino di fede ella genera tre volte Gesù:
– alla vita terrena, col suo assenso al piano di Dio;
– alla vita pubblica col suo intervento a Cana;
– alla vita eterna con la sua presenza silenziosa sotto la Croce.
Il Magnificat non è un discorso di Maria, ma un inno della chiesa primitiva, così come il Benedictus e il Nunc dimittis.
Riprende, infatti, alcuni temi propri della spiritualità dei ” poveri del Signore”: quello della LIBERAZIONE.
E’ un inno di gioia e di riconoscenza senza nulla di idilliaco; la sua spiritualità è insieme pacifica e guerriera.
La salvezza che Dio dona al suo popolo è un fatto totale che non si esaurisce nella liberazione in senso storico-temporale ma dalla quale non può prescindere.
“E’ bello essere preti e ringrazio il Signore per avermi chiamato, sedotto, amato; e questo amore non finisce di stupirmi.
La sera, a volte, rientrando, guardo verso i monti e dico: il Signore mi ha reso pastore assieme al mio Vescovo pastore.
Guardo le stelle, benedico il Signore e dico: anche se la mia discendenza si può contare, la nostra discendenza non si può contare.
….Tutti da amare, tutti da perdonare, tutti da guidare, tutti mia Madre….la Chiesa“ Ti ringrazio, Padre, perché mi hai chiamato alla vita, al Battesimo, alla Testimonianza, all’Eucaristia, alla Riconciliazione, al Sacro ordine del Diaconato e del Presbiterato.Ti ringrazio perché mi hai detto che servire è più che comandare!
Ti ringrazio perché mi hai dato in dono questi fratelli, confrontandomi con i quali il Cristo incontrato nei libri è diventato il Cristo della vita!
Mi sono lasciato mettere continuamente in discussione nei miei pensieri e nei dialoghi, sperando sempre che emergesse Cristo.
Ora sono presbitero; il mio cuore mi salta in gola e comincio a svegliarmi da un sogno che vedo essere realtà.
Ma sono presbitero per i fratelli e per Lui.