Tirisan
Pian piano all’annunciata volontà di parlare di programmi è seguita – con coloriture e tonalità diverse – la voglia di distruggere il proprio “competitor” [ è questo il termine usato dai tre candidati ] frugando nel negativo [ che ogni uomo ha ] per suscitare nell’ascoltatore emotività avverse e, spesso, preannunciando – per gli appuntamenti successivi – ulteriori “ rivelazioni “.
Ma la campagna elettorale non è stata solo questo.
Ci ha colpito la freschezza e la spontaneità dei “nuovi arrivi” specialmente giovani e la pesantezza dei “ navigati”, questi ultimi arroccati alla loro visione di “paese”, prigionieri di una politica ormai vecchia che non affascina, né trascina, né coinvolge. Ora, però è necessario recuperare la capacità di collaborare [ scambio in cui i partecipanti traggono vantaggio dall’essere insieme (Richard Sennett – Insieme. Rituali, piaceri, politiche della collaborazione, Feltrinelli, 2012)] e questa capacità è una dote sociale preziosa che rischia di essere smarrita. Collaborare presuppone sensibilità verso l’altro, capacità di ascolto, disponibilità a modificare la propria progettualità se quella dell’altro ,oggettivamente, è migliore della mia. Secondo Sennett “il desiderio di neutralizzare la differenza, di addomesticarla, nasce… dall’angoscia tutta moderna per la differenza, un’angoscia che si interseca con l’economia della cultura consumistica globalizzata. Uno dei suoi effetti è quello di indebolire l’impulso a collaborare con coloro che rimangono irriducibilmente Altro da noi”
Al neo Sindaco l’invito a non dimenticare che anche nel nostro paese i poveri sono sempre di più e come diceva La Pira “ i poveri non sono una Eucaristia sociale: essi sono il documento vivente, doloroso, di una iniquità: sono il segno inequivocabile di uno squilibrio tremendo -il più grave fra gli squilibri umani dopo quello del peccato- insito nelle strutture del sistema economico e sociale del paese che li tollera: essi sono la testimonianza della ulteriore sofferenza che gli uomini (i credenti) infliggono a Cristo medesimo”
Se io sono uomo di Stato il mio no alla disoccupazione ed al bisogno non può che significare questo: -che la mia politica economica deve essere finalizzata dallo scopo dell’occupazione operaia e della eliminazione della miseria: è chiaro! Nessuna speciosa obbiezione tratta dalle c. d. «leggi economiche» può farmi deviare da questo fine: devo sempre ricordarmi che il Vangelo non è un «libro di pietà» [anche!]: esso è anzitutto un «manuale di ingegneria» [parabola del costruttore, Mt. VII, 24-29]: cioè un rivelatore delle leggi costituzionali, ontologiche dell’uomo; le sole leggi che permettono una solida costruzione della vita personale, sociale e storica dell’uomo.” (L’attesa della povera gente-Cronache Sociali 1950) E poi ancora “ quando Cristo mi giudicherà io so di certo che Egli mi farà questa domanda unica (nella quale tutte le altre sono conglobate): – Come hai moltiplicato, a favore dei tuoi fratelli, i talenti privati e pubblici che ti ho affidato? Cosa hai fatto per sradicare dalla società nella quale ti ho posto come regolatore e dispensatore del bene comune la miseria dei tuoi fratelli e, quindi, la disoccupazione che ne è la causa fondamentale? Né potrò addurre, a scusa della mia inazione o della mia inefficace azione, le « ragioni scientifiche» del sistema economico fondato su un gruppo di pretese « leggi » inviolabili -si dice!- come le leggi vere, quelle della natura fisica. Non potrò dire: -Signore, non sono intervenuto per non turbare il libero giuoco delle forze di cui consta il sistema economico; per non violare la norma «ortodossa» che regola la circolazione monetaria; ho lasciato nella fame alcuni milioni di persone per non diminuire il pane a 30 altri milioni di persone; ho dovuto «temporeggiare» perché certe regole di prudenza monetaria (cioè della «mia» prudenza monetaria) mi impedivano di rispondere organicamente e rapidamente alla domanda dolorosa di lavoro e di pane che mi veniva con tanta urgenza da tante labbra. No: non posso addurre a mia giustificazione queste risposte: il fatto resta: «ebbi fame e non mi desti da mangiare ».”
Riportiamo di seguito i risutati delle varie liste
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2081 voti |
325 |
CAPUANA ANTONIO |
(Castelbuono in Movimento) |
314 |
PISCITELLO MAURO |
(Castelbuono in Movimento) |
190 |
CAPUANA FABIO |
(Castelbuono in Movimento) |
190 |
MAZZOLA ANNA MARIA |
(Castelbuono in Movimento) |
189 |
CALÌ LAURA |
(Castelbuono in Movimento) |
177 |
CUCCO GIOVANNA |
(Castelbuono in Movimento) |
166 |
LETA SANTO |
(Castelbuono in Movimento) |
142 |
MAZZOLA PIETRO |
(Castelbuono in Movimento) |
136 |
PITINGARO GIUSEPPE |
(Castelbuono in Movimento) |
129 |
CUSIMANO ANNA LISA |
(Castelbuono in Movimento) |
105 |
CASTIGLIA ROSARIO |
(Castelbuono in Movimento) |
86 |
NASELLI GIUSEPPE |
(Castelbuono in Movimento) |
77 |
FERRAUTO PIETRO |
(Castelbuono in Movimento) |
73 |
PRESTIANNI ANTONIO |
(Castelbuono in Movimento) |
64 |
LA GRUA MARCO |
(Castelbuono in Movimento) |
1892 voti |
282 |
CICERO MARIO |
(L’Ulivo con Unione civica di centro) |
180 |
ALLEGRA GIOACCHINO |
(L’Ulivo con Unione civica di centro) |
122 |
MARGUGLIO VINCENZO |
(L’Ulivo con Unione civica di centro) |
112 |
GENCHI GIUSEPPE |
(L’Ulivo con Unione civica di centro) |
101 |
FIASCONARO GIUSEPPE |
(L’Ulivo con Unione civica di centro) |
100 |
SARCONA ALESSANDRO |
(L’Ulivo con Unione civica di centro) |
98 |
SPALLINO MYRIAM |
(L’Ulivo con Unione civica di centro) |
95 |
PAPPALARDO FANINO |
(L’Ulivo con Unione civica di centro) |
86 |
CASTIGLIA MARILENA |
(L’Ulivo con Unione civica di centro) |
86 |
CUCCO LIBORIO |
(L’Ulivo con Unione civica di centro) |
76 |
CAROLLO ROBERTA |
(L’Ulivo con Unione civica di centro) |
72 |
VETERE LAURA |
(L’Ulivo con Unione civica di centro) |
69 |
PRISINZANO FRANCESCO |
(L’Ulivo con Unione civica di centro) |
67 |
VENTIMIGLIA MARIO |
(L’Ulivo con Unione civica di centro) |
64 |
ALESSI MARIO |
(L’Ulivo con Unione civica di centro) |
1506 voti |
359 | ALLEGRA EUGENIO | (Castelbuono Libera) |
260 | MAZZOLA ROSARIA | (Castelbuono Libera) |
150 | DI GARBO DARIO | (Castelbuono Libera) |
142 | CAMPO GIORGIO | (Castelbuono Libera) |
109 | CAROLLO SALVATORE | (Castelbuono Libera) |
105 | MOGAVERO GIORGIO | (Castelbuono Libera) |
92 | VENTURELLA VINCENZO | (Castelbuono Libera) |
63 | FAILLA NICOLA | (Castelbuono Libera) |
56 | PROIETTO MASSIMILIANO | (Castelbuono Libera) |
55 | VIGNIERI ANGELICA | (Castelbuono Libera) |
52 | CICERO ENZA | (Castelbuono Libera) |
37 | SFERRUZZA ROSALBA | (Castelbuono Libera) |
32 | CASTIGLIA GIUSEPPE (detto Peppe) | (Castelbuono Libera) |
28 | CASTIGLIA GIALUIGI | (Castelbuono Libera) |
12 | BAIO FRANCESCO | (Castelbuono Libera) |
I sassi si sono coperti di velluto. Le chiazze di sangue sono tutte fiorite di anemoni e asfodeli. Il cielo, che venerdì era uno straccio pauroso, oggi è limpido come un sogno di libertà. Siamo appena al terzo giorno, ma sono bastate queste poche ore perché il mondo facesse un balzo di millenni. No, non misurare sui calendari dell’uomo la distanza che separa quest’alba luminosa dal tramonto livido dell’ultimo venerdì. Non è trascorso del tempo: è passata un’eternità. Donna, tu non lo sai: ma oggi è cominciata la nuova creazione. Cari amici, nel giorno solennissimo di Pasqua anch’io debbo rivolgere a ciascuno di voi la stessa domanda di Gesù: “Perché piangi?” Le tue lacrime non hanno più motivo di scorrerti dagli occhi. A meno che non siano l’ultimo rigagnolo di un pianto antico. O l’ultimo fiotto di una vecchia riserva di dolore da cui ancora la tua anima non è riuscita a liberarsi. Lo so che hai mille ragioni per tacciarmi di follia. Lo so che non ti mancano gli argomenti per puntellare la tua disperazione. Lo so. Forse non avrò nulla da replicarti se attaccherai il discorso sulla guerra nucleare, sulla corsa alle armi o, per non andare troppo lontano, sul mega poligono di tiro che piazzeranno sulle nostre terre, attentando alla nostra sicurezza, sovvertendo la nostra economia e infischiandosene di tutte le nostre marce della pace. O di Corrado che, a dieci, è stato inutilmente operato al cervello. O di Lucia che, dopo Pasqua, farà la Prima Comunione in casa perché in chiesa, con gli altri compagni, non potrà andarci più. O di Nicola e Annalisa che, dopo tre anni di matrimonio e dopo aver messo al mondo una creatura, se ne sono andati ognuno per la sua strada, perché non hanno più nulla da dirsi.
Riconciliamoci con la gioia.
Le croci sembreranno antenne, piazzate per farci udire la musica del Cielo. Le sofferenze del mondo non saranno per noi i rantoli dell’agonia, ma i travagli del parto.
Don Tonino Bello |
E’ meraviglioso lo sforzo del “ credente “ che si “ lascia forare le orecchie” nell’ascolto della profondità appena percepibile dell’invocazione di chi si considera “ ateo alla ricerca “
Dio di bontà infinita.
Un’altra poesia che ci piace inserire in questo post è quella di Raissa, moglie del grande filosofo Jacques Maritain, ebrea, con intatto l’ amore per le sue radici anche dopo la conversione al cattolicesimo. Se noi gridiamo Abba ! Pater!
Non abbiamo perduto il Padre perché è venuto col suo Figlio a percorrere con noi la Miseria, a sperimentare e provare “ sulla sua pelle” l’umano terribile sentimento dell’ abbandono più totale per condividere fino in fondo la sofferenza dell’uomo e presentarla al Padre infinitamente innamorato di tutta l’umanità, sua creatura e presenza misteriosamente collaborante quando veniva creata. |
Avevamo da poche ore concluso l’ultima replica di “ Suor Rosina della croce … io povera inferma” quando si spegneva a Palermo nella sua dimora nel quartiere Noce, il nipote Padre Matteo La Grua.
Sappiano che ha letto i testi del teatro-musica rappresentato a Castelbuono nei giorni 7-8 e 14 Gennaio 2012, approvandone il contenuto. ( clik su questa URL per vedere foto )
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(Clik sulla foto per aprire il video ) |
Nato a Castelbuono nel 1914, sacerdote nell’Ordine dei frati Minori Conventuali dal 1934, esorcista, Vicario Episcopale per la vita Religiosa, componente il Tribunale della Sacra Rota docente di Teologia in Ascetica e Mistica nel collegio dell’Ordine Francescano e nel seminario Arcivescovile di Palermo; dall’ ottobre 1975, così come voluto dal cardinale Salvatore Pappalardo, guida del popolo carismatico palermitano.
In più di cinquemila hanno seguito i funerali celebrati, dal Cardinale Romeo, nella stracolma Cattedrale di Palermo.
Numerose le testimonianze e i ricordi.
Commentando il vangelo del “ Buon samaritano” il cardinale Romeo, tra l’altro ha detto “Padre Matteo ha realizzato questa chiamata nella confessione più che in ogni altra cosa, attraverso la sua compassione: coinvolto da chi gli chiedeva aiuto, lo portava ad elevare lo sguardo e vivere nel pieno della grazia. Diceva di volere la ’scarcerazione dei prigionieri’ prendendo per mano persone distrutte nella loro dignità, per permettere loro di respirare. “
Siamo certi che con Suor Rosina continueranno a camminare con quanti sono nella tribolazione, nella disperazione,e nel dolore.